Il brano rapisce, lo stile è efficace e dinamico, per questo l'ho voluto associare a Volando Voy di Camaron de la Isla (1999), un ritmo che credo si sposi molto bene con i ricordi e le sensazioni di Paolo.
da http://flamencodelahistoria.com/
Volando Voy del Album La Leyenda del Tiempo di Camaron de la Isla (1999)
Andalusia, portami via
La prima volta è stato
fantastico, sorprendente. Mi ricordo che camminavo sotto questo sole caldo per
essere Novembre e sotto questo cielo che sembrava l’oceano, qualcosa di puro e
semplice così bello da essere naturale.
Ero lì in Andalusia, precisamente
a Siviglia. Ero lì per ritrovare il mio amore, partito per il progetto
Leonardo. Ricordo bene che l’aria, il sole e il cielo mi facevano sorridere e
stare bene, ansioso però di rivedere la mia bella e di vivere le parole e le
emozioni che trasparivano da Skype o da sms.
Ero lì, metà mattina, dopo un
volo preso all’alba in una Roma sveglia solo per panettieri, edicolanti e
tassisti.
Siviglia è grande, però il suo
piccolo grande centro sembra così raccolto che lo si può benissimo girare a
piedi. E poi camminare fa bene!
Mentre camminavo sereno e
ansioso, passavo tra i mille vicoli umidi e ombrati del barrio latino, un
labirinto di cultura araba e andalusa, incontravo turisti e guide con ombrelli,
ma soprattutto spagnoli.
Il pueblo sivigliano era fiero e
colorato, uno spirito di vivere che gli leggevo nei loro sguardi, semplici e
pronti. Come dire, la crisi economica non li stava sconfiggendo, erano vivi e
vivaci. Non vedevo musi lunghi o incazzati, ma sorrisi. Non credo fossero
ignari delle difficoltà, ma erano pronti e disponibili a farcela, magari
aiutandosi.
Bè, sicuramente avranno compreso
la mia difficoltà con lingua, quando gli chiedevo informazioni, mi scusavo con
loro dicendo “Escuchame!” (Ascoltami!), oppure avranno pensato che avevo
bisogno di attenzione o di essere ascoltato!
Le piazze erano piene di gente,
che si riversavano lì con calma, senza guardare troppo l’ora per evitare di
fare tardi in chissà quale posto.
Poi, l’incontro col mio amore,
diverso e sorridente dopo poco un mese di rigenerazione indipendente spagnola,
una gioia immensa, momenti che difficilmente si dimenticano. Abbiamo passato
tre giorni gioiosi, lei il mio Virgilio, ed io che scrutavo incuriosito da ogni
cosa, da ogni sapore.
La sera cenano tardi, ma è sorprendente
come gli andalusi vivano la strada, nei bar a bere, uomini e donne, senza
alcuna distinzione, e a parlare insieme. Una grande comunità!
Il giorno più triste di Siviglia
è stata la domenica, giorno della partenza, di salutare il mio amore, e poi proprio
quel giorno fatalità pioveva, sembrava un film! Tornando a Roma, l’umidità non
mi è mancata, ma il resto sì!
Te quiero Andalusia!
di Paolo Fortunato (Marzo 2012)
"Non vedevo musi lunghi o incazzati, ma sorrisi. Non credo fossero ignari delle difficoltà, ma erano pronti e disponibili a farcela, magari aiutandosi." Ecco: proprio questo mi é sempre parso il lato migliore della Spagna in generale e dell'Andalucía in particolare. La gente, per strada, SORRIDE. La gente ti saluta, addirittura, anche se non sa chi sei. Credo sia proprio un modo diverso di affrontare la vita e le difficoltá, un modo di sicuro molto piú salutare del nostro perenne stressarci a tutti i costi, del nostro camminare con la testa sprofondata tra le spalle. E i musi lunghi. E lo sbuffare alla fila del supermercato invece di chiacchierare con chi ci sta davanti. E il "guarda dove vai!" e il "ma questo si muove o no?!".
RispondiEliminaQuando mi manca la ma Spagna, a dirla tutta, quello che davvero mi manca é la sua filosofia intrinseca. Quel sorriso che dá senso ad una vecchia campagna promozionale dell'ente turismo (la ricordate?) e che capisci solo quando la vivi in prima persona.
Sono estremamente felice, peraltro, di aver scoperto questo blog! Torneró presto!
Ciao Ilaria, ti ringrazio e ti aspetto qui sul blog :)
RispondiEliminaAnche io la penso come te e Paolo, già dai miei primi giorni a Siviglia avevo notato questi sorrisi carichi di vita ed energia e la voglia di comunicare con gli altri senza farsi troppi problemi...
A Roma la differenza è molta, forse perché la vita di una grande città è a priori più stressante? O forse è vero che siamo noi che siamo diversi dagli spagnoli?
Questo non lo so, ma i musi lunghi che vedo sulla metro tutti i giorni, mi ricordano ancora di più quanto fossero belli quei sorrisi e la disponibilità degli andalusi :)